Ricerca sulle famiglie che si rivolgono alle Caritas di Rimini
(a cura di Letizia Gironi, interviste di Ambra Moreschini e Giovanna Villani)
Introduzione
Questa ricerca è frutto di un lavoro compiuto da tre tirocinanti che hanno svolto la propria esperienza in Caritas. Lo scopo della ricerca è stato cercare di capire le problematiche delle famiglie, principalmente con minori a carico, che sono in situazione di povertà. L’indagine è stata realizzata, da marzo a luglio 2014, tramite due differenti questionari.
- Il primo, ha raccolto 83 testimonianze, di tipo “qualitativo”, trattasi di un lungo colloquio tra intervistato e intervistatore, con una traccia di domande definita, ma che lascia più spazio alle storie delle persone. Questa modalità ha reso più complicato il processo di standardizzazione e di raccolta dei dati. Queste interviste sono state effettuate presso più Centri di Ascolto delle Caritas presenti nella provincia di Rimini. (Caritas Diocesana, Caritas interparrocchiali di: Morciano, Viserba, Coriano, Bellaria, Verucchio).
- Il secondo, ha raccolto 150 interviste, di tipo “quantitativo”, al contrario del precedente è formato da domande più specifiche e dirette, che hanno creato un rapporto più “impersonale” tra intervistato e intervistatore, di più semplice utilizzo per l’elaborazione ai fini della ricerca sociologica. Questo lavoro è stato svolto principalmente presso la Caritas Diocesana, e l’Associazione Famiglie Insieme, ma ha coinvolto anche i Centri di Ascolto di: Miramare, Bellariva, Salesiani.
Raccolte tutte le 232 interviste si è passati alla fase di elaborazione e di sintesi: sono state unite le due tipologie di interviste e creato un solo database per raccogliere meglio i dati. È stato quindi creato un terzo questionario che racchiude assieme i due differenti tipi di interviste e che verrà preso in considerazione nell’esposizione dei dati di seguito. È importante specificare che i due questionari sono differenti e non sempre l’intervistato è riuscito a rispondere pienamente a tutte le domande poste, nell’esposizione dei dati verrà quindi segnalato il numero totale di coloro che costituiscono il campione della singola domanda, se diverso da 232.
Identikit della famiglia intervistata
La prima cosa che serve per capire bene i problemi, ma soprattutto i bisogni della famiglie che si rivolgono alla Caritas è cercare di scoprire come sono costituite: fare, quindi, un loro identikit. Per compiere ciò ci siamo basati su alcune delle caratteristiche socio-anagrafiche più comuni: età, genere, paese o regione di provenienza e numero di componenti della famiglia.
Per i primi due aspetti c’è subito da fare una precisazione, l’età e il genere ovviamente si riferiscono all’intervistato, non all’intera famiglia; con questo dato, quindi, non riusciamo a capire tanto una caratteristica familiare, ma chi più spesso spende il proprio tempo per andare in Caritas o in generale per chiedere aiuto per conto di tutto il nucleo familiare. Partendo dal dato dell’età risulta che due terzi degli intervistati hanno un’età compresa tra i 30 e i 50 anni, uno su quattro ha più di 50 anni, mentre meno del 15% sono al di sotto dei 30 anni. Rispetto al genere, la prevalenza è femminile (57%), ma non troviamo, come ci si può, invece, aspettare un divario così netto tra uomini e donne. I primi risultati dell’identikit mostrano quindi una prevalenza di donne in età adulta.
Provenienza | % |
---|---|
Europa Continentale | 38.2 |
Nord Africa | 22.6 |
Est Europa | 15.7 |
Balcani | 11 |
America Latina | 7.8 |
Africa Sud-Sahariana | 4.7 |
La maggior parte delle famiglie intervistate che si sono rivolte alle Caritas sono italiane (38%), tra queste il 50% proviene da regioni meridionali. Tra le famiglie straniere, le più numerose sono quelle marocchine (27,7%), quelle albanesi (14,1%), e quelle rumene (12%). Nella tabella a fianco vediamo gli intervistati suddivisi in macro-aree di origine: non abbiamo rilevato cittadini di origine asiatica merito, forse, delle comunità di appartenenza più coese tra loro.
Tutte le famiglie sono domiciliate sul territorio di Rimini, ma non siamo in grado di specificare da quanto tempo lo siano.
Per quanto riguarda il numero di componenti dei nuclei familiari più del 50% degli intervistati vivono in famiglie di 3 o 4 componenti, il 22% sono le famiglie numerose cioè con più di 5 componenti (prevalentemente straniere), il 20% quelle composte da 1 o 2 persone.
Se prendiamo in considerazione il numero di minori in casa, il 42% di famiglie hanno 2 figli e il 38% un solo figlio, mentre il 20% ha 3 o 4 figli minori.
Mettendo in relazione il numero tra minori e totale dei componenti della famiglia ci accorgiamo che le famiglie che si rivolgono alla Caritas sono soprattutto costituite da due adulti e almeno un bambino.
Se contassimo le persone appartenenti ai nuclei familiari dei 232 intervistati, otteniamo complessivamente 851 persone, di cui 221 minori.
Le problematiche delle famiglie
Prima di descrivere i veri e propri risultati di questa ricerca è utile capire quali siano le motivazioni che spingono le persone a chiedere l’aiuto della Caritas: questi sono gli elementi di criticità da cui partire per capire gli ambiti di maggiore bisogno nelle famiglie.
Il 40% delle famiglie richiede prima di tutto beni di prima necessità (pacco viveri, vestiario, cose per bambini); uno su quattro richiede aiuto per le spese di casa, come affitto, bollette o elettrodomestici.
La richiesta del lavoro (9%) non viene fatta in maniera diretta alla Caritas, se non attraverso lo strumento del Fondo per il Lavoro (le persone che si rivolgono al Fondo non fanno parte del campione), la problematica del lavoro è comunque presente tra gli intervistati, ma non espressa come bisogno immediato a cui la Caritas debba dare risposta. Rispetto alle richieste per la famiglia (7%) abbiamo inteso sussidi per pagamenti di assicurazioni per l’auto e spese legali per separazioni.
Avendo quindi appreso gli aspetti di maggiore difficoltà ci apprestiamo a descrivere le maggiori problematicità che riscontriamo nelle famiglie.
Lavoro
In questi anni di crisi sono molti i problemi derivati dalla mancanza di lavoro o dalla scarsità di esso. Se prendiamo in considerazione il campione di intervistati che si sono rivolti all’ Associazione Famiglie Insieme, rispetto alla domanda relativa alla loro soddisfazione in ambito lavorativo, emerge che il 65% è soddisfatto, ma non riesce comunque ad affrontare le spese familiari, per questo si è dovuto rivolgere all’ Associazione per chiedere un prestito.
Numero di minori in famiglia | ||||
---|---|---|---|---|
n. lavoratori in famiglia | 1 | 2 | 3-4 | Totale |
0 | 38,5% | 29,6% | 23,1% | 31,8% |
1 | 51,9% | 66,7% | 73,1% | 62,1% |
2 | 9,6% | 3,7% | 3,8% | 6,1% |
Totale | 100,0% | 100,0% | 100,0% | 100,0% |
Se invece analizziamo il numero di lavoratori in relazione al numero di minori in famiglia ci accorgiamo come siano pochissime le famiglie, anche con 3 o 4 minori che possono contare su due lavoratori nel nucleo familiare; i problemi aumentano se si guarda la seconda colonna dove troviamo le percentuali di famiglie con un solo lavoratore e più figli minori, qui vediamo come aumentando il numero di figli aumenti anche la probabilità di trovare soltanto un lavoratore in famiglia.
Soddisfazione del fabbisogno familiare (su un campione di 149 rispondenti)
Altro tasto dolente è il fabbisogno: quando agli intervistati viene chiesto se il proprio lavoro soddisfa il fabbisogno familiare, l’83% ha risposto negativamente.
Per ultimo analizziamo quali siano le maggiori problematiche lavorative: quando agli intervistati è stato chiesto qual è la motivazione del disagio lavorativo quasi il 40% ha risposto la disoccupazione e il 36% ha risposto il precariato.
Con questi dati capiamo che la problematica del lavoro è forte, soprattutto perché il lavoro è sempre in bilico, e con il tipo di lavoro che si ha è difficile riuscire a soddisfare i bisogni della propria famiglia.
Casa
Il problema della casa è sicuramente direttamente proporzionale a quello del lavoro; il bisogno di aiuto per pagare affitto e bollette è conseguenza di un lavoro poco retribuito e che quindi non ti permette di pagare spese talvolta ingenti. Dalla tabella possiamo osservare come le famiglie più numerose abbiamo anche maggiori problemi nel pagare l’affitto: dalla seconda riga vediamo infatti come all’aumentare del numero di componenti della famiglia aumenti anche la percentuale di possibilità di pagare l’affitto, raggiungendo un divario tra il primo dato e l’ultimo che quasi arriva ai 20 punti percentuali.
Numero di minori in famiglia | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|
Sufficienza nel pagare affitto | 1-2 | 3 | 4 | 5 | 6-8 | Totale |
Si | 45,7% | 44,6% | 44,9% | 33,3% | 27,3% | 41,8% |
No | 54,3% | 55,4% | 55,1% | 66,7% | 72,7% | 58,2% |
Totale | 100,0% | 100,0% | 100,0% | 100,0% | 100,0% | 100,0% |
Riportiamo di seguito alcune frasi tratte dalle interviste:
- “Siamo stati sfrattati da poco! Mio marito ha trovato una sistemazione per fortuna ma è piccola, vecchia e dobbiamo dormire tutti in un’unica stanza!” – Donna, 38enne, italiana.
- “Sono due settimane che siamo senza l’acqua calda e non so come lavare la bambina! Mi hanno staccato il gas dopo il terzo sollecito di pagamento …” – Donna, 29enne, rumena.
- “Il nostro proprietario di casa è molto esigente e vuole che paghiamo con puntualità un affitto di 650 € per una casa che in realtà è molto piccola e non ristrutturata. Abbiamo dovuto sistemare la porta e altre piccole cose tutto a nostre spese.” – Uomo, 42enne, italiano.
Salute
Malato in famiglia (su un campione di 77 intervistati)
Un’altra problematicità osservata, anche se solo sommariamente, nelle nostre interviste è stata la questione della salute. Una parte degli intervistati si affidano alla Caritas per prestiti o aiuti in merito a medicinali o a questioni mediche. Una persona su tre, tra quelle intervistate, ha dichiarato di avere in casa un componente malato, o di avere problemi di salute lui stesso. Interessante osservare il grafico a fianco che mostra le percentuali relative a coloro che accusano problemi di salute.
Riportiamo di seguito alcune frasi tratte dalle interviste:
- “Mio figlio ha seri problemi di salute e mia moglie è costretta a restare a casa con lui. Essere stranieri, senza una famiglia accanto, rende la nostra situazione ancora più difficile.” – Uomo, 41enne marocchino.
- “Mio marito è malato e ho un figlio piccolo, di cui devo prendermi cura, stando anche io a casa. Se avessimo dei parenti o dei conoscenti disposti ad aiutarci potrei ritornare a lavorare almeno io” – Donna, 25enne, albanese.
- “Sono una donna separata, rimasta sola con mio figlio schizofrenico e tossicodipendente, ogni giorno mi ritrovo a combattere contro un figlio che non riconosco più mio perché violento e cattivo nei miei confronti. Sto cadendo in una forte depressione ed è inutile dire che la mia sola pensione non basta per le spese dei medicinali di entrambi.” – Donna, 65enne, italiana.
Come le famiglie affrontano le difficoltà: i sostegni, le mancanze
Questa seconda parte di analisi dei dati si incentra soprattutto sulla parte relazionale. L’idea iniziale è stata chiederci come cambia la condizione sociale della famiglia quando diventa povera, ma soprattutto come le realtà più vicine ad essa cercano di aiutarla. Ovviamente porre domande che analizzino questa situazione, soprattutto in un questionario qualitativo, è stato molto complicato, per cui abbiamo fatto fatica ad avere risposte esaustive alla nostra domanda iniziale. Abbiamo, però, cercato di comprendere questa circostanza attraverso 3 differenti prospettive: senso di abbandono personale, relazione coi familiari e abbandono da parte delle istituzioni.
Percezione di abbandono a sé stessi (su un campione di 161 intervistati)
Il primo aspetto che analizziamo è quello che mira a capire la percezione di abbandono a se stessi degli intervistati. Dal grafico possiamo ben vedere come questa percezione sia molto bassa; ciò ci porta a dire che il 68% del campione riesce a mantenere una stima elevata di se stesso, nonostante i fattori negativi.
Passando al secondo aspetto troviamo la relazione coi parenti e i familiari. L’idea generale è cercare di capire se i parenti riescano ad essere di aiuto nel momento in cui ci si trova in condizione di povertà. Molte sono state le risposte negative, non tanto perché i parenti non si interessano alla situazione della famiglia, quanto perché, talvolta, i familiari o i parenti sono anch’essi in situazioni di precarietà e povertà che portano a non poter essere di aiuto.
Numero di minori in famiglia | ||||
---|---|---|---|---|
Presenza fam sul territorio | 1 | 2 | 3-4 | Totale |
Sì | 53,0% | 63,0% | 67,0% | 60,0% |
No | 47,0% | 37,0% | 33,0% | 40,0% |
Totale | 100,0% | 100,0% | 100,0% | 100,0% |
Cercando però di capire anche il vero è proprio rapporto tra famiglie e familiari abbiamo posto due domande.
Prima di tutto abbiamo chiesto se avessero familiari sul territorio; la loro stretta vicinanza con la famiglia, infatti può portare, talvolta ad aiuto non tanto economico, quanto concreto. Abbiamo rilevato, ad esempio, che maggiore è il numero dei minori, maggiore è la presenza di parenti sul territorio.
Rispetto all’aiuto da parte di familiari, per quel che riguarda l’aspetto economico o l’ospitalità, spesso emerge disponibilità in un primo momento, ma abbandono nel caso in cui i problemi persistano o diventino ancora più gravi.
Rapporto con i parenti (su un campione di 104 intervistati)
Parlando, invece, del generale rapporto coi parenti, sia che essi aiutino sia che essi non lo facciano, vediamo, dal grafico, come questo sia percepito in maniera totalmente positiva; soltanto il 14%, infatti, dichiara di avere pessimi rapporti coi propri parenti.
Percezione di abbandono da parte delle istituzioni (su un campione di 152 intervistati)
L’ultimo aspetto che abbiamo analizzato è stata la percezione di abbandono da parte delle istituzioni, ciò ci può far capire come vengano considerati gli enti pubblici da coloro che cercano aiuto e sostegno. Contrariamente a ciò che ci si potrebbe aspettare, dal grafico possiamo osservare come soltanto uno su tre degli intervistati percepisce di essere stato abbandonato dagli enti locali. La risposta a questa domanda può prendere in considerazione tre aspetti:
- il primo che effettivamente le famiglie siano seguite dai servizi sociali e si rendano conto della mole di lavoro di questi ultimi, senza pretendere nulla di più.
- il secondo è che non si rivolgano agli assistenti sociali per paura che gli vengano sottratti i minori.
- il terzo è perché ricevono effettivamente un aiuto costante da parte delle istituzioni (bonus gas, assegni famiglie numerose, mense scolastiche…).
Sarebbe interessante però comprendere se queste famiglie vadano la Caritas come una istituzione, in tal caso, la risposta a questa domanda risulterebbe fuorviante in quanto, rivolgendosi spesso a tale ente è ovvio che da questo non si sentano abbandonate.
Cercando di concludere questa seconda parte di analisi possiamo sintetizzare dicendo che, per quanto le nostre aspettative fossero molto negative nei confronti di queste problematiche, le famiglie in povertà non si percepiscono come abbandonate né in generale, né dai propri familiari, né dalle istituzioni. Ciò non vuol dire che la situazione delle famiglie sia positiva, bensì che le famiglie cercano di avere uno spirito positivo per poter affrontare le proprie problematiche.
È comunque da sottolineare che domande così delicate possono aver fatto sentire in imbarazzo gli intervistati, che per vergogna non hanno voluto dichiarare la loro reale situazione di abbandono.
Risorse presenti sul territorio
In questa tabella cercheremo di riportare le maggiori risorse statali, comunali e della stessa Caritas, in materia di famiglia e povertà.
Bonus luce e gas | Statale | Sconto del 20% circa, sulla bolletta della luce e del 15% sul gas. Bonus elettrico (da 72 a 156 €) Bonus gas (da 35 a 300 €) |
Assegno di maternità | Statale | Assegno a fronte della nascita, dell’adozione o dell’affidamento di un figlio. Viene concesso anche a coloro che non hanno avuto indennità di maternità, in quanto disoccupate. |
Assegno per nucleo familiare con 3 figli minori | Statale ma va richiesta in Comune | Assegno a fronte di almeno tre figli minori e un genitore. I membri devono essere tutti nello stesso stato di famiglia. |
Bonus famiglia | Statale | Assegno per le famiglie qualificate a basso reddito. E’ cumulabile con altre forme di sostegno. |
Fondo per i nuovi nati | Statale | Prestito fino a 5000 euro da restituire entro 5 anni, per coloro che hanno figli nati negli ultimi 3 anni. Vengono erogati solo da banche che accettano la proposta statale. |
Social Card | Statale | Carta concessa agli anziani con più di 65 anni e ai bambini minori di 3 anni con determinati requisiti. Vale 40 euro al mese e porta anche a sconti in determinati negozi. |
Contributo per acquisto casa | Regionale ma va richiesta in Comune | Contributo per varie categorie sociali (principalmente giovani sposi e famiglie numerose) che acquistano un alloggio nel loro Comune di provenienza |
Fondo per affitto | Comunale | Contributo a fondo perduto di 1800€ per pagare i primi mesi di affitto per coloro con reddito alto per accedere alle Case Popolari ma non ne hanno abbastanza per pagare una casa sul mercato libero |
Bando Badanti | Comunale | Rimborso del 20% del costo per coloro che ricorrono a badanti che assistono persone anziane o con invalidità superiore al 75% conviventi con la famiglia |
Contributi a favore delle famiglie con 4 e più figli | Comunale | Assegno per coloro che hanno più di 4 figli e un determinato ISEE. |
Family Card | Comunale | Tessera sconti per coloro che hanno più di tre figli e un determinato ISEE. |
Residence dei babbi | Comunale | Residence per padri separati che mantengono i propri figli e che hanno un reddito inferiore a una certa soglia. |
Sportello “Per Lei” | Comunale | Servizi e consulenze per donne (ma anche uomini) che riscontrino difficoltà come violenze o discriminazioni, sia in ambito familiare che lavorativo |
Ascolto | Caritas Diocesana e Parrocchiali | Possibilità di parlare con volontari capaci di ascoltare che diano sostegno, orientamento e risposte immediate ai bisogni. |
Pacco viveri | Caritas Diocesana e Parrocchiali | Sostegno alimentare mensile o quindicinale. |
Indumenti | Caritas Diocesana e Parrocchiali | Possibilità di ricevere indumenti usati gratuitamente. |
Medicinali | Caritas Diocesana | Possibilità di ricevere farmaci da banco gratuitamente |
Distribuzione materiale scolastico | Caritas Diocesana | Possibilità di ricevere materiale scolastico, quali zaini, cancelleria e altro, per famiglie con minori in difficoltà |
Centro educativo | Caritas Diocesana | Sostegno scolastico e occasioni di socializzazione per bambini italiani o stranieri che vivono in situazioni di disagio |
Prestiti | Associazione Famiglie Insieme | Possibilità di ricevere un prestito per un tetto massimo di 1000€ per famiglie in difficoltà, domiciliate sul territorio, che abbiano un garante. |
Giro mobili | Caritas Diocesana presso magazzino Parrocchia di San Vito | Possibilità di donare mobili usati a famiglie in difficoltà. Acquisto di mobili a basso prezzo |
Fondo per il Lavoro | Caritas Diocesana | Presentando domanda presso la propria Caritas Parrocchiale o presso il patronato ACLI è possibile candidarsi al Fondo per il Lavoro, un’opportunità di trovare un impiego grazie agli incentivi che vengono dati ai datori di lavoro ai quali viene pagato parte dei contributi del nuovo dipendente |
Giro nonni | Caritas Diocesana | Consegna pasti a domicilio a persone anziane sole e/o in difficoltà |
Assistente in Famiglia | Caritas Diocesana per conto del Comune | Possibilità di ottenere impiego come badante Possibilità di trovare un’assistente familiare |
Avvocati solidali | Caritas Diocesana | Possibilità di avere una consulenza gratuita con avvocati disponibili. |
Centro Servizi Immigrati | Caritas Diocesana per conto del Comune | Orientamento e disbrigo pratiche per cittadini immigrati |
Centro Educativo | Caritas Diocesana | Luogo che offre sostegno alle famiglie in quanto tre pomeriggi a settimana accoglie bambini per l’aiuto nello svolgimento dei compiti per casa e favorisce occasioni educative di incontro e socializzazione per i bambini di varie nazionalità. |
Proposte per il futuro
Prima di fare delle vere e proprie proposte per il futuro cerchiamo di sintetizzare ciò che abbiamo capito dal lavoro finora svolto.
Il problema più grosso è sicuramente quello lavorativo, le famiglie povere hanno carenza di opportunità di lavoro o, se il lavoro c’è, non soddisfa comunque il fabbisogno della famiglia. Da ciò ovviamente conseguono tutti i problemi economici sia per quanto riguarda la casa che tutte le altre piccole o grandi spese familiari. D’altra parte vediamo come le famiglie che abbiamo intervistato non si lascino scoraggiare da tutta la situazione economico-lavorativa italiana, ma cerchino sempre nuovi aiuti o comunque cerchino di adattarsi con ciò che hanno; abbiamo visto infatti come nel relazionarsi con gli altri, ma soprattutto con le istituzioni, che maggiormente potrebbero aiutarle, le famiglie non si sentono abbandonate o lasciate da parte.
Passando al discorso più pratico di come la Caritas in primis dovrebbe cercare di aiutare le famiglie secondo noi giovani tirocinanti che ci siamo affacciate per la prima volta a questa realtà, crediamo che sarebbe utile:
- Aiutare le persone in difficoltà che si rivolgono agli sportelli dei Centri di Ascolto, creando occasioni per svolgere piccole mansioni in Caritas in modo da far loro ottenere un contributo in cambio del servizio svolto. (Sappiamo che in alcune Caritas sono già attivi dei voucher in cambio di piccoli lavoretti, ma riteniamo che questa modalità vada intensificata in quanto riteniamo che sia più efficace dei contributi a fondo perduto.)
- Cercare di avere una maggiore coordinazione negli aiuti tra Caritas Diocesana e le varie Caritas parrocchiali: in alcuni casi abbiamo sperimentato come le persone non fossero a conoscenza di determinati servizi, fatti, per esempio da altre parrocchie o dalla Caritas Diocesana stessa.
- Offrire maggiore conoscenza dei vari aiuti che sia la Caritas, che il Comune, che lo Stato offrono alle famiglie, come possiamo osservare dalla tabella sopra sono molte le attività e le proposte che le istituzioni danno alle famiglie ma, talvolta, queste non le utilizzano proprio perché non ne sono al corrente.
Per ultimo esponiamo alcuni progetti che la Caritas Diocesana ha già avviato o ha intenzione di realizzare a breve:
- Famiglie che aiutano altre famiglie. Si tratta di un progetto di adozione a vicinanza, che ha la finalità di far si che le parrocchie incentivino gruppi di famiglie a prendersi in carico almeno di una famiglia in difficoltà. Concretamente le famiglie adottive potrebbero occuparsi di mansioni semplici: aiutare i figli nei compiti, accompagnare a scuola i bambini, condividere i pasti preparati e donare indumenti o altri prodotti necessari alla famiglia. Oppure stabilire una cifra mensile per contribuire economicamente ai bisogni di quella famiglia. Ma soprattutto creare occasioni di relazione, perché sappiamo che spesso alla povertà si correlano solitudine e isolamento.
- Corso di economia domestica per aiutare le famiglie ad abbattere i costi domestici: corso, che avrà luogo nei mesi di febbraio e marzo 2015, che è destinato a tutti coloro che vogliono acquisire delle nozioni di base per gestire l’economia domestica, sia per quanto riguarda le bollette che la spesa o il riutilizzo di scarti. Il corso è aperto sia alle famiglie beneficiarie che si rivolgono alla Caritas e all’Associazione Famiglie Insieme che a quelle famiglie che desiderano diventare famiglie Tutor per sostenere e accompagnare coloro che sono in difficoltà.
- Emporio solidale: il progetto (che partirà nel 2015) cercherà di essere d’aiuto alle famiglie, specialmente con minori a carico, o semplicemente ai singoli in situazione di grande difficoltà economica. L’Emporio solidale, che avrà sede in un magazzino a Rimini, avrà due finalità: prima di tutto, grazie alle grandi celle frigorifere, sarà centro di raccolta di tutte le eccedenze di produzione agricola e delle industrie. Secondo, sarà una zona adibita a supermarket dove si porranno tutte le eccedenze portate al magazzino. Le famiglie tramite una tessera punti potranno scegliere i prodotti a loro più graditi (ogni acquisto potrà essere effettuato solo attraverso i punti concessi con la tessera e non con contanti). Ogni famiglia ogni mese avrà diritto a un determinato numero di punti commisurato al nucleo familiare. Le famiglie beneficiarie saranno inoltre coinvolte in attività di volontariato per responsabilizzarle e renderle utili agli occhi della comunità.
Riflessioni personali da parte delle autrici
L’esperienza in Caritas è sicuramente differente da ciò che normalmente ci si aspetta da un tirocinio; non solo non si è costretti ai noiosi lavori d’ufficio, ma si riesce a intraprendere un percorso gratificante, che lascia una maggiore conoscenza di ciò che ti circonda e, in questo caso, di quello che è uno dei fondamentali problemi della società odierna.
Lavorare a stretto contatto con le famiglie più povere ci ha portato a un cambiamento di prospettiva rispetto a noi e a agli altri attorno a noi; abbiamo sperimentato e migliorato sia le nostre capacità relazionali, che le nostre capacità di ricerca sociologica.
La fase iniziale, in cui abbiamo dovuto somministrare il questionario, è stata sicuramente la più difficile, sia per la nostra inesperienza nel campo, sia perché per i nostri interlocutori non è stato sempre facile aprirsi con degli estranei e raccontare aspetti molto privati della propria vita quotidiana, tanto più a delle persone così giovani rispetto a loro. A questo punto è doveroso ringraziare coloro che, nonostante tutto, si sono fatti intervistare, rendendo possibile tutto ciò; ogni persona o famiglia incontrata, non solo ci è stata utilissima per la ricerca sociologica, ma ci ha fatto conoscere esperienze di vita che non sempre riusciamo a capire e comprendere, rendendoci, alla fine di tutta l’esperienza, più vigili rispetto ai problemi degli altri e alle difficoltà delle persone accanto a noi.
La fase di elaborazione e di stesura del rapporto è stata utile perché ha contrapposto a volti e a situazioni vere e proprie dei dati generali, attraverso i quali è stato possibile rendersi conto di come ogni differente intervista potesse avere tratti comuni, ma allo stesso tempo tratti completamente differenti; ciò è sicuramente utile per comprendere ulteriormente una problematica fondamentale in questi anni, come la povertà.
Concludiamo la ricerca sperando che la situazione possa cambiare e possa migliorare soprattutto nell’ambito familiare, così importante in un paese come l’Italia. Ci auguriamo inoltre che la nostra ricerca possa essere utile sia per le famiglie povere, che attraverso ciò possano capire di non essere sole e possano trovare aiuto, sia per coloro che studiano il problema. Possa questa ricerca, anche se breve e con pochi casi, essere presa in considerazione per capire le problematiche delle famiglie.