Le persone incontrate nel Centro di Ascolto della Caritas diocesana di Rimini
La crisi economica è finita?
Dopo i picchi del periodo 2010-2012, nel 2014 il numero delle persone incontrate dal Centro di Ascolto ha sfiorato le 2.400 unità ed è rimasto in linea con l’anno precedente.
Utenti nel periodo 2004-2014
Può essere davvero il segnale della fine della fase acuta della crisi? Oppure ci sono altri fattori che incidono su questa leggera diminuzione rispetto al 2013? Prima di prendere in considerazione l’analisi dei dati del Centro di Ascolto ci sembra importante mettere in evidenza alcuni aspetti che mostrano quanto gli effetti della crisi siano ancora molto presenti nella popolazione:
- i dati di seguito presentati non comprendono quelli relativi al Fondo per il Lavoro che sono stati invece analizzati a parte. La presenza del Fondo all’interno della Caritas diocesana ha fatto sì che emergessero nuove povertà (il 70% di coloro che hanno presentato domanda non si era mai rivolto a una Caritas in passato e la maggior parte sono italiani). Il flusso continuo di domande e l’impegno nella ricerca di posti di lavoro ha necessitato l’impegno quotidiano di un volontario, dedicato totalmente a questo progetto.
- Nel 2014 la Caritas diocesana è stata letteralmente oberata da richieste economiche da parte delle famiglie per bollette e affitti; questo ha fatto sì che ben tre persone (volontarie) abbiano dovuto organizzarsi per rispondere a queste emergenze dedicando ascolto e attenzione alle persone in difficoltà: così, verificando caso per caso, sono stati donati 100.000 euro, da sommarsi ai sussidi erogati attraverso i prestiti dell’Ass. Famiglie Insieme.
- La presenza di un farmacista volontario ha permesso di rispondere alle richieste crescenti di farmaci da parte di persone non abbienti e spesso prive di dimora; questo dato mette in evidenza i problemi legati alla sanità presenti sul nostro territorio.
- Le difficoltà da parte delle famiglie con minori sono evidenziate anche dall’aumento delle richieste di materiale scolastico.
Nuovi poveri
Se la crisi stesse regredendo dovrebbero diminuire coloro che per la prima volta si rivolgono alla Caritas, mentre dovrebbe rimanere più o meno stabile il numero di coloro che ritornano, ma i dati purtroppo non rivelano questo andamento.
Il numero delle persone che si sono presentate al Centro di Ascolto per la prima volta nel 2014 non è diminuito: da 1.118 del 2013 siamo passati a 1.142; queste sono per il 26% italiane e per il 74% straniere (soprattutto rumeni e marocchini).
Tra i 295 italiani che si sono rivolti alla Caritas per la prima volta nel 2014, 70 risiedono a Rimini, dato in aumento rispetto al passato.
Tra le persone straniere che si sono rivolte alla Caritas per la prima volta nel 2014 ci sono anche coloro che sono fuggiti dai conflitti, in particolare i profughi, provenienti da: Mali, Afghanistan, Iran, Pakistan, Costa d’Avorio, Somalia, Ghana (complessivamente 105 persone) e, anche se in misura numerica inferiore, pure coloro che sono scappati dall’Ucraina (sono il 15% tra tutti gli ucraini venuti in Caritas nel 2014).
Nuovi Utenti nel periodo 2012-2014
2014 | 2013 | 2012 | ||||
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Nuovi/Ritorni | n | % | n | % | n | % |
Nuovi | 1.142 | 47.6 | 1.118 | 46.4 | 1.202 | 47.5 |
Ritorni | 1.255 | 52.4 | 1.289 | 53.6 | 1.328 | 52.5 |
Totale | 2.397 | 100.0 | 2.407 | 100.0 | 2.530 | 100.0 |
I ritorni
Tra i ritorni cresce la percentuale degli italiani (32%). Fra gli stranieri (il 68%) prevalgono rumeni, marocchini, ucraini e tunisini, persone che sono residenti in Italia da tantissimi anni.
Nei primi anni della crisi si era assistito ad un abbandono dell’Italia da parte degli stranieri, che in assenza di lavoro, lo andavano a cercare altrove o tornavano in patria. Molti di quelli che hanno resistito sono residenti in Italia da tantissimi anni e sono bene integrati. Sono restii ad andarsene, anche perché rischiano di perdere quei diritti (come ad esempio il riscatto degli anni di contributi versati) che hanno maturato vivendo qui a lungo.
Nuovi e vecchi utenti nel periodo 2004-2014
La frequenza al Centro di Ascolto da parte degli stranieri è molto elevata in confronto a quella degli italiani, tuttavia ci sono importanti differenze tra un anno e l’altro.
La presenza degli italiani nel 2014 è stata più elevata rispetto al 2013, soprattutto a partire dall’ultimo quadrimestre.
Tra gli stranieri invece c’è stata una diminuzione da gennaio a maggio e un aumento nel secondo semestre con un picco a settembre di quasi 400 unità, dovuto prevalentemente all’aumento dei profughi.
Il mese di agosto non va tenuto in considerazione in quanto il Centro di Ascolto e il dormitorio restano chiusi per due settimane (mentre la mensa resta attiva).
L’aumento degli uomini
L’afflusso di uomini cresce leggermente rispetto all’anno precedente (+2%): si tratta prevalentemente di rumeni, marocchini, tunisini e italiani; inoltre tutti i profughi accolti sono uomini.
Utenti per Sesso nel periodo 2012-2014
2014 | 2013 | 2012 | ||||
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Sesso | n | % | n | % | n | % |
Maschile | 1.670 | 69.7 | 1.628 | 67.6 | 1.641 | 64.9 |
Femminile | 727 | 30.3 | 779 | 32.4 | 889 | 35.1 |
Totale | 2.397 | 100.0 | 2.407 | 100.0 | 2.530 | 100.0 |
Marcato, invece, è il calo delle presenze femminili (-18% negli ultimi due anni), attribuibile ad un progressiva diminuzione di donne venute in Italia per svolgere il mestiere di badante che, venendo meno il lavoro, sono tornate in patria o hanno fatto riferimento alle proprie connazionali invece di rivolgersi alla Caritas. Inoltre va considerato che dal 2008 è attivo in Caritas uno sportello per le assistenti familiari, per cui le donne che storicamente si rivolgevano al Centro di Ascolto per cercare lavoro, ora vanno direttamente allo sportello e quindi non vengono più conteggiate dal CdA. (vedi l’Assistente in famiglia)
L’aumento dei giovani
Sono aumentati in modo considerevole i giovani, sia per l’arrivo dei nuovi profughi (che sono tutti al di sotto dei trent’anni), sia perché anche tra gli italiani è aumentata la loro incidenza percentuale (tra l’altro sono connotati da situazioni molto complesse).
Utenti per Classe d’età nel periodo 2012-2014
2014 | 2013 | 2012 | ||||
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Classe di eta’ | n | % | n | % | n | % |
15 – 18 anni | 17 | 0.7 | 8 | 0.3 | 16 | 0.6 |
19 – 24 anni | 222 | 9.3 | 197 | 8.2 | 207 | 8.2 |
25 – 34 anni | 545 | 22.7 | 582 | 24.2 | 589 | 23.3 |
35 – 44 anni | 637 | 26.6 | 673 | 28.0 | 716 | 28.3 |
45 – 54 anni | 544 | 22.7 | 526 | 21.9 | 582 | 23.0 |
55 – 64 anni | 351 | 14.6 | 337 | 14.0 | 331 | 13.1 |
65 – 74 anni | 67 | 2.8 | 65 | 2.7 | 69 | 2.7 |
75 e oltre | 12 | 0.5 | 16 | 0.7 | 11 | 0.4 |
(Non specificato) | 2 | 0.1 | 3 | 0.1 | 9 | 0.4 |
Totale | 2.397 | 100.0 | 2.407 | 99.9 | 2.530 | 100.0 |
Quest’ultimi presentano difficoltà relazionali con i genitori o faticano nel trovare un’occupazione; alcuni hanno trascorsi di dipendenze e non riescono a venirne fuori; diversi vivono in situazione di abbandono e solitudine che, spesso, li porta a unirsi con partner sbagliati senza alcuna possibilità di costruirsi un futuro.
La fascia d’età più rappresentata è comunque quella costituita dagli adulti, in particolare sono in aumento coloro che hanno oltre 45 anni: si tratta di persone che faticano a reintegrarsi nel mondo del lavoro, non tanto per mancanza di volontà, quanto per la difficoltà a trovare occupazione nel settore del quale possiedono le competenze.
La componente italiana
È diminuito il numero degli italiani che nel 2014 si è rivolto alla Caritas diocesana, ma è importante fare due precisazioni:
- seppur il numero degli italiani sia diminuito, è però aumentata la loro presenza, come già messo in evidenza nel grafico sulle affluenze del Centro di Ascolto, ma ancora più emergente dal grafico sulla frequenza degli italiani in mensa: rappresentano, quasi tutti i mesi, il 40% di tutti coloro che accedono a tale servizio.
- Nel 2014 le famiglie che si sono rivolte alla Caritas diocesana per chiedere il pacco viveri, ma residenti in un territorio dov’era presente una Caritas parrocchiale, non sono state inserite nell’archivio dei dati, perché indirizzate alle Caritas di riferimento. Molte di queste famiglie erano italiane, per cui avrebbero alzato la media, rispetto al numero emerso.
Utenti per Cittadinanza nel periodo 2012-2014
2014 | 2013 | 2012 | ||||
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Cittadinanza | n | % | n | % | n | % |
Italiana | 691 | 28.8 | 720 | 29.9 | 750 | 29.6 |
Non Italiana | 1.694 | 70.7 | 1.672 | 69.5 | 1.764 | 69.7 |
Doppia cittadinanza | 10 | 0.4 | 12 | 0.5 | 14 | 0.6 |
Apolide | 2 | 0.1 | 3 | 0.1 | 1 | 0.0 |
Totale | 2.397 | 100.0 | 2.407 | 100.0 | 2.530 | 100.0 |
Tra gli italiani che si sono rivolti alla Caritas diocesana:
- il 74% sono uomini,
- il 31% ha tra i 45 e i 54 anni,
- il 24% vive con la propria famiglia,
- il 46% è privo di abitazione e il 18% vive in domicili di fortuna,
- l’80% è disoccupato, il 6% pensionato e il 5% inabile al lavoro,
- il 6% è nato nella provincia di Rimini e il 30% vi risiede.
Italiani in mensa nel periodo 2004-2014
Gli stranieri
Utenti per area di provenienza
Come si nota dal grafico, gli stranieri che si rivolgono alla Caritas provengono un po’ da tutto il mondo. A causa di ciò l’impegno richiesto agli operatori, che si devono rapportare con persone di culture diverse, è notevole. Soprattutto perché per alcuni non esiste il concetto di volontariato, di gratuità, pensano che gli operatori siano pagati dallo stato e che debbano soddisfare tutte le loro richieste. Fortunatamente, l’esperienza maturata ormai da molti degli operatori che fanno gli ascolti, consente di gestire i colloqui in modo quasi sempre tranquillo e nel rispetto dei diversi ruoli.
Il gruppo di immigrati più numeroso continua ad essere quello dei rumeni che, se si escludono i profughi dal totale degli stranieri, ammontano al 28,6%, con una differenza del 2,3% rispetto al 2013.
La loro presenza, in generale, non è facile da stimare, in quanto l’accesso alla Comunità Europea e l’assenza di barriere alla mobilità, consente ai cittadini rumeni di andare e tornare dalla loro patria con grande facilità. La crisi economica amplifica questo fenomeno di spostamento temporaneo, ma costante sul territorio italiano in cerca di opportunità di lavoro. Come si evidenzia dal grafico.
La presenza dei rumeni cresce nel periodo primaverile, diminuisce tra agosto e settembre, c’è un ritorno verso ottobre e, quest’anno, una diminuzione significativa nel mese di dicembre.
Rumeni in mensa nel periodo 2004-2014
Può accadere che il contingente nel suo complesso cali, che parecchie persone non si rivolgano al Centro di Ascolto per periodi prolungati (mesi), ma che contemporaneamente ci siano arrivi di persone nuove al Centro di Ascolto (il 15% dei rumeni che hanno frequentato nel 2014 il CdA sono nuovi arrivi).
Dal punto di vista demografico, normalmente, i rumeni che frequentano la Caritas Diocesana sono uomini (il 66%), hanno un’età compresa tra i 25 e i 44 anni (il 57%). Solo una parte di costoro (il 24%) è a Rimini con la propria famiglia. Il 93% dei rumeni è disoccupato e l’82% non ha un’abitazione stabile.
Utenti per Nazionalità nel periodo 2012-2014
2014 | 2013 | 2012 | ||||
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Nazione | n | % | n | % | n | % |
Romania | 462 | 27.1 | 522 | 30.9 | 538 | 30.2 |
Marocco | 280 | 16.4 | 280 | 16.6 | 252 | 14.2 |
Ucraina | 163 | 9.6 | 187 | 11.1 | 234 | 13.2 |
Tunisia | 97 | 5.7 | 110 | 6.5 | 110 | 6.2 |
Albania | 72 | 4.2 | 61 | 3.6 | 73 | 4.1 |
Bulgaria | 58 | 3.4 | 67 | 4.0 | 78 | 4.4 |
Senegal | 50 | 2.9 | 36 | 2.1 | 23 | 1.3 |
Mali | 45 | 2.6 | 15 | 0.9 | 2 | 0.1 |
Pakistan | 40 | 2.3 | 13 | 0.8 | 8 | 0.4 |
Nigeria | 37 | 2.2 | 28 | 1.7 | 23 | 1.3 |
Moldavia | 33 | 1.9 | 30 | 1.8 | 59 | 3.3 |
Russia | 31 | 1.8 | 32 | 1.9 | 43 | 2.4 |
Polonia | 23 | 1.3 | 24 | 1.4 | 42 | 2.4 |
Altre nazioni | 315 | 18.5 | 282 | 16.7 | 294 | 16.5 |
Totale | 1.706 | 100.0 | 1.687 | 100.0 | 1.779 | 100.0 |
Per contro invece i marocchini risultano invariati a livello numerico, ma, se si considera la loro percentuale, escludendo i profughi dal totale degli stranieri del 2014, emerge un aumento dello 0,7% rispetto al 2013.
Il loro aumento è avvenuto in occasione dell’inizio della crisi economica (sono stati fra i primi ad essere esclusi dal mondo del lavoro) ed ora frequentano con costanza il Centro di Ascolto.
Sono in gran parte uomini (l’81%), anche se negli ultimi anni è aumentata la presenza delle donne. Molti sono fra i 25 e i 44 anni (il 67%), e in parte son qui con la propria famiglia (il 28%).
Il problema principale è l’assenza di lavoro (nel 90% dei casi), che si riflette poi, in parte, nella difficoltà a trovare una dimora (il 59% non ce l’ha).
La terza nazione più rappresentata è l’Ucraina, in calo rispetto al 2012 (se si escludono i profughi dal totale degli stranieri rappresentano l’10%), ma con ben il 15% di persone arrivate in Italia nel 2014 perché scappate dalla guerra civile. La situazione dell’Ucraina è molto delicata in quanto, anche tra coloro che sono in Italia dal 2000 e avrebbero il desiderio di rientrare in patria, è presente la preoccupazione per i parenti rimasti nel proprio Paese; quindi, pur sprovvisti di lavoro e, nonostante la stanchezza e le poche opportunità presenti, restano in Italia per cercare, almeno, soluzioni d’aiuto per i propri connazionali. I nuovi arrivi, invece, confidano in amici e parenti perché, spaventati dai conflitti, vedono nell’Italia se non un luogo di possibilità lavorative, per lo meno un paese di pace. Da aggiungere poi che alcuni immigrati, come magra consolazione alla difficile situazione occupazionale italiana, ci rispondono che non tornerebbero comunque in patria perché qui, per lo meno, c’è la Caritas.
Tra gli ucraini, prevale la presenza femminile (l’88%), hanno tra i 45 e i 64 anni (il 65%). Solo il 14% vive in Italia con la propria famiglia, il 34% è senza dimora, il 93% è disoccupato.
Rispetto alle altre nazionalità è evidente la crescita di cittadini africani, in particolare senegalesi (per la maggior parte già presenti in Italia dagli anni ’80 e adesso in forte difficoltà), maliani e nigeriani (arrivati in Italia nel 2014 perché in fuga dai conflitti armati presenti nei loro territori).
Altri flussi importanti sono quelli provenienti da Pakistan, Afghanistan e Iran. Paesi in cui i gruppi islamici fondamentalisti, l’Isis e altre aggregazioni terroristiche, stanno portando violenza e distruzione. I conflitti presenti nel mondo si ripercuotono inevitabilmente su tutto il pianeta e anche la nostra piccola realtà, si ritrova coinvolta in drammi e situazioni che, viste dalla televisione sembrano molto distanti, mentre nell’incontro diretto toccano il cuore e stimolano alla solidarietà e al senso di giustizia.
In regola col permesso di soggiorno
La maggior parte degli stranieri che si rivolge alla Caritas è in regola con il Permesso di Soggiorno oppure appartiene a Paesi comunitari, per cui non necessita di tale documento.
2014 | 2013 | 2012 | ||||
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Permesso di soggiorno | n | % | n | % | n | % |
Comunitari | 589 | 34.5 | 652 | 38.6 | 714 | 40.1 |
Sì | 808 | 47.4 | 756 | 44.8 | 738 | 41.5 |
No | 178 | 10.4 | 174 | 10.3 | 234 | 13.1 |
In attesa | 120 | 7.0 | 93 | 5.5 | 70 | 3.9 |
Altro | 8 | 0.5 | 8 | 0.5 | 9 | 0.5 |
(Non specificato) | 3 | 0.2 | 4 | 0.2 | 14 | 0.8 |
Totale | 1.706 | 100.0 | 1.687 | 100.0 | 1.779 | 99.9 |
Ciò implica che coloro che si trovano in situazione di povertà siano residenti sul territorio già da diverso tempo; infatti è aumentato anche il numero di coloro che sono in attesa di rinnovo e di coloro che hanno la carta di soggiorno (nel 2013 erano 46, nel 2014 sono stati 75). Nonostante molti immigrati siano disoccupati da più di tre anni, alcuni si rifiutano di tornare in patria perché temono di perdere i propri contributi pensionistici versati in Italia e quindi preferiscono attendere che questo lungo periodo di crisi passi, piuttosto che tornare nel proprio Paese e rinunciare ai propri diritti.
Tuttavia non sappiamo se sul territorio ci siamo altri immigrati in difficoltà sprovvisti del permesso di soggiorno perché, nonostante il reato di clandestinità sia stato abolito, alcuni stranieri sono timorosi nel rivolgersi a posti pubblici perché temono di venire identificati ed espulsi (nonostante la Caritas abbia sempre aiutano tutti indistintamente).
La solitudine è un fattore correlato alla povertà
Le persone che si sono rivolte alla Caritas sono prevalentemente celibi o nubili (40%); in aumento anche coloro che sono separati (11,8%) e divorziati (9,9%).
Utenti per Stato Civile nel periodo 2012-2014
2014 | 2013 | 2012 | ||||
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Stato civile | n | % | n | % | n | % |
Celibe o nubile | 968 | 40.4 | 997 | 41.4 | 1.047 | 41.4 |
Coniugato/a | 764 | 31.9 | 778 | 32.3 | 798 | 31.5 |
Separato/a legalmente | 283 | 11.8 | 266 | 11.1 | 281 | 11.1 |
Divorziato/a | 237 | 9.9 | 218 | 9.1 | 247 | 9.8 |
Vedovo/a | 115 | 4.8 | 119 | 4.9 | 143 | 5.7 |
Altro | 6 | 0.3 | 11 | 0.5 | 4 | 0.2 |
(Non specificato) | 24 | 1.0 | 18 | 0.7 | 10 | 0.4 |
Totale | 2.397 | 100.0 | 2.407 | 100.0 | 2.530 | 100.0 |
Cala leggermente il numero dei coniugati per due ragioni: la prima è correlata alla diminuzione delle donne ucraine, che erano prevalentemente coniugate, che si è ripercossa sul numero dei coniugati; la seconda è perché molte famiglie sono state indirizzate alle Caritas parrocchiali e quindi non sono state considerate nella raccolta dati, a prova di ciò, dai dati delle Caritas parrocchiali, emerge un aumento di famiglie in difficoltà.
Stando a questi dati è evidente la correlazione tra povertà e solitudine: quando si è soli non si ha nessuno su cui contare. La maggior parte delle persone in difficoltà appartiene alla fascia d’età adulta ed è elevato il numero di coloro che non possono più fare affidamento sui propri genitori o su altri familiari ed amici, perché o deceduti o lontani, oppure già colpiti da problematiche personali tanto da non poter farsi carico delle difficoltà altrui.
Utenti per tipologia del Nucleo familiare (con chi vive) nel periodo 2012-2014
2014 | 2013 | 2012 | ||||
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Nucleo | n | % | n | % | n | % |
Solo | 1.294 | 54.0 | 1.279 | 53.1 | 1.281 | 50.6 |
In nucleo con propri familiari o parenti | 555 | 23.2 | 587 | 24.4 | 527 | 20.8 |
In nucleo con conoscenti o soggetti esterni | 421 | 17.6 | 466 | 19.4 | 654 | 25.8 |
Presso istituto, comunità, ecc. | 97 | 4.0 | 22 | 0.9 | 43 | 1.7 |
Altro | 4 | 0.2 | 16 | 0.7 | 8 | 0.3 |
Coabitazione di più famiglie | 20 | 0.8 | 15 | 0.6 | 7 | 0.3 |
(Non specificato) | 6 | 0.3 | 22 | 0.9 | 10 | 0.4 |
Totale | 2.397 | 100.0 | 2.407 | 100.0 | 2.530 | 100.0 |
L’aumento di persone sole in difficoltà è riscontrabile anche dalla risposta alla domanda “con chi vive”: il 54% ha infatti dichiarato di vivere solo, mentre il 17,6% vive con conoscenti o soggetti esterni alla famiglia.
Le famiglie che si sono rivolte a noi sono il 23%. Interessante fare un approfondimento per comprendere da chi sono composte queste famiglie:
- 215 persone convivono con il proprio partner, tra queste: 192 sono coniugate, 14 celibi o nubili, 3 separati, 3 divorziati e 3 vedovi;
- Tra queste 172 convivono con figli minori e 55 con figli maggiorenni;
- Complessivamente sono 357 i figli minori che vivono in famiglie povere;
- 57 sono famiglie numerose (con 3 o più figli);
- In 33 famiglie sono presenti anziani che necessitano di assistenza;
- 28 famiglie hanno fatto rimpatriare i propri familiari;
- In 46 famiglie sono presenti familiari con problemi di salute o disabilità
- In 8 famiglie un componente è in carcere o agli arresti domiciliari
- In 9 famiglie c’è una persona con problemi di dipendenza da alcol e in 8 di dipendenza da droghe.
Il problema della casa
Utenti per Condizione abitativa nel periodo 2012-2014
2014 | 2013 | 2012 | ||||
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Condizione abitativa | n | % | n | % | n | % |
Precaria | ||||||
Domicilio di fortuna | 591 | 24.7 | 586 | 24.3 | 711 | 28.1 |
Privo di abitazione | 1.031 | 43.0 | 1.024 | 42.5 | 931 | 36.8 |
Roulotte | 47 | 2.0 | 51 | 2.1 | 59 | 2.3 |
Dorme in macchina | 56 | 2.3 | 47 | 2.0 | 36 | 1.4 |
Casa abbandonata | 13 | 0.5 | 19 | 0.8 | 24 | 0.9 |
Totale condizione precaria | 1.738 | 72.5 | 1.727 | 71.7 | 1.761 | 69.6 |
Stabile | ||||||
Casa in affitto da privato | 436 | 18.2 | 520 | 21.6 | 580 | 22.9 |
Casa in comodato | 139 | 5.8 | 76 | 3.2 | 115 | 4.5 |
Casa in affitto da ente pubbl. | 53 | 2.2 | 49 | 2.0 | 49 | 1.9 |
Casa in proprieta’ | 22 | 0.9 | 20 | 0.8 | 18 | 0.7 |
Totale condizione precaria | 650 | 27.1 | 665 | 27.6 | 762 | 30.1 |
Altro | 1 | 0.0 | 0 | 0.0 | 0 | 0.0 |
(Non specificato) | 8 | 0.3 | 15 | 0.6 | 7 | 0.3 |
Totale | 2.397 | 100.0 | 2.407 | 100.0 | 2.530 | 100.0 |
Il problema della casa è sempre più grave, perché, venendo meno il lavoro, le persone non sono in grado di pagare gli affitti. Sono 1.738 coloro che hanno dichiarato di non avere una casa in cui alloggiare; aumentano coloro che vivono in strada (1.031) e coloro che vivono in macchina (56), segno che si tratta di persone che fino a poco tempo fa non erano in una situazione economica così precaria, perché disponevano di almeno un auto. Tra coloro che dormono in macchina troviamo diverse persone separate e, nella quasi totalità dei casi, si tratta di macchine prive di assicurazione e che quindi non possono circolare.
È importante precisare che, come Caritas diocesana, non siamo in grado di dichiarare il numero esatto delle persone che stabilmente dormono in strada, perché le 1.738 persone senza dimora corrispondono alle persone che in tutto il 2014 sono passate dalla Caritas e che nel momento in cui si sono rivolte a noi erano prive di dimora; spostandosi in altri luoghi costoro potrebbero aver trovato un domicilio. Possiamo ad ogni modo dichiarare che, in base alla frequenza con cui le persone si sono rivolte ai nostri servizi, 149 sono stabilmente senza una dimora sul nostro territorio.
L’aumento di coloro che vivono in casa in comodato è dovuto al fatto che nell’archivio dei dati sono presenti i profughi che vivono temporaneamente in alloggi pagati dallo stato (per sei mesi o un anno, in base al progetto di riferimento).
Il livello di istruzione si sta abbassando
Nonostante il numero elevato di dati non specificati relativi all’istruzione, ci è sembrato comunque importante prendere in considerazione anche questo fattore.
Utenti per Titolo di studio nel periodo 2012-2014
2014 | 2013 | 2012 | ||||
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Titolo di studio | n | % | n | % | n | % |
Analfabeta | 58 | 2.4 | 37 | 1.5 | 49 | 1.9 |
Nessun titolo | 132 | 5.5 | 110 | 4.6 | 97 | 3.8 |
Licenza elementare | 339 | 14.1 | 311 | 12.9 | 305 | 12.1 |
Licenza media inferiore | 949 | 39.6 | 966 | 40.1 | 996 | 39.4 |
Diploma professionale | 392 | 16.4 | 422 | 17.5 | 459 | 18.1 |
Licenza media superiore | 230 | 9.6 | 299 | 12.4 | 331 | 13.1 |
Diploma universitario | 68 | 2.8 | 83 | 3.4 | 99 | 3.9 |
Laurea | 92 | 3.8 | 87 | 3.6 | 105 | 4.2 |
Altro | 1 | 0.0 | 2 | 0.1 | 2 | 0.1 |
(Non specificato) | 136 | 5.7 | 90 | 3.7 | 87 | 3.4 |
Totale | 2.397 | 100.0 | 2.370 | 100.0 | 2.530 | 100.0 |
Sono in aumento gli analfabeti, in quanto diversi profughi non sono mai andati a scuola nel proprio Paese. Questo crea numerose difficoltà nel percorso d’integrazione, perché trovare un lavoro e imparare l’italiano senza sapere leggere e scrivere non è affatto semplice.
Come già notato in passato, è evidente che la bassa scolarizzazione favorisce il crearsi di situazioni di povertà, non solo per le difficoltà nel trovare occupazioni di alto livello, ma anche perché si è privi di strumenti per districarsi nella burocrazia italiana per chiedere sostegni o per trovare nuove occupazioni. Lo testimonia il fatto che nonostante a livello statale siano presenti dei fondi destinati alle persone e alle famiglie in difficoltà, questi fondi non siano totalmente utilizzati (nonostante l’alto numero di persone in disagio economico) proprio a causa della scarsa informazione e scarsa capacità di comprensione degli iter burocratici da parte dei potenziali destinatari di tali sussidi.
Il problema del lavoro
La disoccupazione resta il problema principale delle persone che si rivolgono alla Caritas. Sono inoltre terminati i risparmi, gli ammortizzatori sociali e anche i prestiti da parte di amici e parenti sono diventati sempre più scarsi, per cui le situazioni sono sempre più drammatiche.
Utenti per Titolo di studio nel periodo 2012-2014
2014 | 2013 | 2012 | ||||
---|---|---|---|---|---|---|
Condizione professionale | n | % | n | % | n | % |
Disoccupato/a | 2.081 | 86.8 | 2.093 | 87.0 | 2.186 | 86.4 |
Occupato | 71 | 3.0 | 105 | 4.4 | 140 | 5.5 |
Pensionato/a | 52 | 2.2 | 59 | 2.5 | 61 | 2.4 |
Altro | 29 | 1.2 | 31 | 1.3 | 23 | 0.9 |
Casalinga | 36 | 1.5 | 35 | 1.5 | 33 | 1.3 |
Inabile parziale o totale al lavoro | 62 | 2.6 | 38 | 1.6 | 50 | 2.0 |
Studente | 25 | 1.0 | 24 | 1.0 | 27 | 1.1 |
(Non specificato) | 41 | 1.7 | 22 | 0.9 | 10 | 0.4 |
Totale | 2.397 | 100.0 | 2.407 | 100.0 | 2.530 | 100.0 |
È importante notare come sia salito anche il numero di coloro che sono parzialmente o totalmente inabili al lavoro: infatti il lavoro è venuto meno per tutti ed anzi, per coloro che hanno problemi di disabilità, è sempre più difficile trovarlo.
Rispetto al tema del lavoro è importante prendere in considerazione anche il fatto che la stagione estiva nel 2014 è stata drammatica per Rimini a causa delle frequenti piogge che hanno fatto sì che spesso i lavoratori venissero lasciati a casa; inoltre la stagione è iniziata tardi (luglio) e finita presto (fine agosto), per cui, anche quei pochi che hanno trovato lavoro, non sono comunque riusciti a maturare i giorni lavorativi necessari per ottenere il sussidio di disoccupazione (mini aspi).
Le risposte della Caritas Diocesana
Nonostante il numero di persone sia leggermente diminuito, è invece aumentata la frequenza con cui vengono fatti i colloqui: questo perché si vuole offrire sempre più attenzione e ascolto a coloro che necessitano di aiuto o semplicemente di poter parlare con qualcuno.
È notevolmente salito il numero dei pasti distribuiti presso la mensa. L’aumento del I turno è dovuto al fatto che le persone accedono alla mensa in modo sempre più frequente rispetto al passato, mentre l’aumento del II turno è dovuto al fatto che nella seconda fascia oraria (dalle 13.00 alle 13.30) vengono servite le persone presenti in struttura, tra cui i profughi.
La diminuzione dei pacchi viveri, come già spiegato nella relazione, è dovuta al fatto che le persone/famiglie sono state indirizzate presso le parrocchie del proprio domicilio, mentre la Caritas diocesana si è presa cura solo di coloro che abitano in territori dove non sono presenti Caritas parrocchiali.
Il numero delle docce è leggermente diminuito in correlazione alla diminuzione delle persone.
È inoltre notevolmente diminuito il numero di coloro che sono stati accolti in dormitorio; la ragione principale è dovuta alle situazioni così drammatiche dei senza dimora che, la possibilità di avere un alloggio per una sola settimana o massimo quindici giorni, non risulti più sufficiente, anzi rischia di far perdere il “diritto” al proprio giaciglio di fortuna. È capitato diverse volte infatti che nel momento della richiesta della doccia si sia chiesto alle persone se desiderassero dormire la sera e queste hanno detto di aver trovato sistemazioni di fortuna (case abbandonate, garage di amici, ponti…) che non volevano rischiare di perdere. Di fronte a queste inattese e drammatiche rilevazioni i volontari del Centro di Ascolto si sono sentiti a disagio, perciò nel corso dell’anno a 248 persone è stata concessa un’ospitalità più lunga rispetto all’unica settimana prevista dal regolamento, proprio per poter svolgere un miglior servizio di accoglienza e accompagnamento.
È diventato sempre più importante lo sportello di distribuzione farmaci: sono infatti in forte aumento le problematiche sanitarie, soprattutto delle persone che vivono in strada e che non hanno alcun mezzo per potersi riparare e curare. Le condizioni igienico sanitarie rendono ardua la prevenzione e spingono verso l’aggravamento e cronicizzazione delle malattie conclamate, sommando problematiche di salute alle già precarie condizioni di vita.
Rispetto ai materiali scolastici sono prevalentemente le famiglie straniere che si rivolgono a noi per tale sostegno, in quanto, a causa della disoccupazione, non riescono ad acquistare il necessario per far frequentare la scuola ai propri figli.
Tra le risposte offerte dalla Caritas diocesana ci sembra qui importante menzionare anche tre fondi:
- contributi diretti alle persone in difficoltà: nel 2014 sono stati donati 100mila euro a persone e famiglie in difficoltà. Trattasi di soldi ricevuti da offerte e donazioni di privati che sono stati utilizzati per dare risposte immediate alle persone (bollette, visite mediche, viaggi, farmaci, spese relative a situazioni giudiziarie e altro). Ci sono situazioni in cui è necessario intervenire subito e, quando le famiglie non rientrano nei criteri dell’Ass. Famiglie Insieme e quando le cifre sono al di sotto dei 100 euro, si preferisce – valutando il caso – intervenire in modo diretto.
- Prestiti a famiglie in difficoltà: attraverso l’Ass. Famiglie Insieme, nel 2014 sono state aiutate 491 famiglie con prestiti pari a 444mila euro. Vedi dati e relazione dell’Associazione.
- Attraverso il Fondo per il lavoro sono state raccolte 318 domande ed hanno trovato occupazione 35 persone. Vedi dati e relazione relativi al Fondo per il lavoro.
Interventi nel periodo 2012-2014
2014 | 2013 | 2012 | ||||
---|---|---|---|---|---|---|
Intervento | n | persone | n | persone | n | persone |
ascolti | 8.393 | 2.397 | 8.163 | 2.407 | 8.938 | 2.530 |
mensa I turno | 50.247 | 47.453 | 44.049 | |||
mensa II turno | 13.308 | 9.394 | 9.437 | |||
cene | 15.362 | 14.573 | 14.341 | |||
pasti a domicilio agli anziani | 11.863 | 11.515 | 12.265 | |||
forze dell’ordine | 507 | 499 | 584 | |||
Totale pasti | 96.406 | 83.434 | 82.752 | |||
pacchi viveri | 594 | 162 | 1.069 | 302 | 1206 | 303 |
docce | 3075 | 710 | 3.317 | 756 | 3.186 | 753 |
indumenti | 2.398 | 854 | 2.557 | 902 | 2.335 | 816 |
Alloggio (prima accoglienza e stazione) | 6.067 | 648 | 7.825 | 865 | 7.466 | 934 |
Seconda Accoglienza | 2.985 | 21 | 4.858 | 35 | 4.799 | 34 |
Farmaci | 420 | 209 | 218 | 121 | ||
Materiali scolastici | 101 | 66 | 53 | 35 |