Quando finirà la crisi?

Le foto di copertina dei nostri Rapporti sulle povertà hanno sempre un significato simbolico.

La storia della nostra città è segnata da sempre dall’incontro fra le persone e le culture. Il “ponte di Tiberio” era un terminale per chi veniva da Roma e un punto di partenza per altre destinazioni e città. L’acqua sotto il ponte oggi non è più dolce come una volta, ma salata: lo sviluppo della città non è più collegato alla campagna e alle colline dell’entroterra, ma è determinato dal turismo che cerca sabbia, sole e mare ed è condizionato dai settori produttivi dell’industria, dell’artigianato e del commercio. Nelle acque del portocanale si specchiano le motonavi da diporto per i turisti, le barche da pesca e le sagome degli alberghi, con decine di migliaia di camere per i villeggianti.

Ma a Rimini c’è anche un’altra accoglienza simboleggiata dal campanile della Madonna della Scala che si proietta nell’acqua sotto l’arcata del ponte icona della città. La Caritas e le altre istituzioni assistenziali cercano di dare accoglienza a chi si trova in difficoltà.

La persona che passa la notte sul tavolo, di giorno utilizzato per lo svago e il pic-nic, rappresenta i 7.071 poveri incontrati nei nostri Centri di Ascolto. Il numero è leggermente diminuito perché molti stranieri sono tornati a casa o si sono trasferiti in altre città o nazioni. Ma sono aumentati gli italiani, soprattutto in mensa, sono cresciute le famiglie con minori, le persone separate, i disoccupati, i senza fissa dimora e si sono ingrossati i flussi dei profughi. Molte di più sono state le famiglie che hanno chiesto interventi finanziari alla Caritas o prestiti a “Famiglie insieme”.

Tuttavia, come nella foto, qualche timido spiraglio di luce sembra farsi strada dopo il buio della notte: non è mancata la solidarietà di molti, si è costituito il Fondo per il lavoro che ha permesso in un anno di avviare al lavoro a più di trenta disoccupati, c’è la speranza di una stagione turistica con più sbocchi occupazionali. Spiragli di luce forse troppo deboli per poter dare risposte rassicuranti a chi, provato dal peso e preoccupato dalle prospettive, continua a chiedersi: quando finirà la crisi?

 

Alla Caritas vorremmo lavorare di meno. Dateci una mano!

 

Don Renzo Gradara

Direttore Caritas diocesana Rimini