Conclusioni e prospettive

I dati mostrano una diminuzione delle situazioni di povertà: si potrebbe quindi sperare nell’avvicinarsi di una conclusione della crisi economica; tuttavia ci accorgiamo che le dinamiche nel loro interno sono molto diverse: il numero delle persone in difficoltà è diminuito perché molti stranieri hanno deciso di tornare in patria o di andare a cercare fortuna in altri luoghi, ma contemporaneamente altri immigrati hanno raggiunto la nostra terra perché scappati dai conflitti presenti sul loro territori. Grazie al progetto del Fondo per il Lavoro sono emerse nuove famiglie italiane in forte difficoltà, mentre le persone che erano già in stato di povertà, non sono riuscite a trovare soluzioni ai propri problemi, e sono tornate a chiedere aiuto ai vari enti presenti sul territorio. Invece di parlare della fine della crisi sembrerebbe più corretto dire che le situazioni di povertà sono in continuo mutamento e che i conflitti e le ingiustizie, presenti a livello globale, si ripercuotono anche sul nostro paese.

 

In tutte le realtà prese in considerazione risulta un aumento di azioni di aiuto verso coloro che sono in stato di disagio: aumentano i pasti serviti nelle mense delle Caritas e dei frati, aumentono le accoglienze da parte della Capanna di Betlemme e delle Case Famiglie della Papa Giovanni XXIII, aumentano i sussidi economici dati dalla Caritas diocesana e dagli Sportelli Sociali dei Comuni.

Questi aumenti segnalano che, seppur le persone in stato di difficoltà siano leggermente diminuite, le loro situazioni sono sempre più complesse e necessitano di aiuti continui e costanti, di accoglienza e di accompagnamento in tutto il percorso di risalita ad uno stato di benessere.

 

Fondamentale è il lavoro di squadra tra tutti gli attori presenti sul territorio che si occupano di povertà: senza il continuo scambio di idee, senza il giusto coordinamento rispetto alle diverse azioni, le persone in stato di disagio si sentirebbero ancor più frastornate e abbandonate.

L’ottima collaborazione tra tutti gli enti, pubblici e privati, tra associazioni e cooperative, fa sì che si riescano a realizzare progetti individuali e personalizzati per ciascuna situazione. Ad esempio quando capitano situazioni di grave difficoltà e non si hanno posti disponibili, subito si avvertono gli altri operatori delle strutture di altri enti per pianificare l’intervento; così come, in base alle problematicità, ci si coordina con Sert, Sportelli Sociali, sportelli antiviolenza, ecc.

 

Il 2014 è stato un anno molto problematico rispetto alla disponibilità di alimenti da donare alle persone in difficoltà, in quanto l’Agenzia Europea Agroalimentare (Agea), ha interrotto per diversi mesi gli aiuti e, ora che li ha ripristinati, ha istituito un regolamento molto rigido che prevede la raccolta di documentazione relativa alle persone indigenti. Questa interruzione di aiuti e questi nuovi ulteriori cambiamenti, hanno fatto sì che le varie realtà si siano interrogate e messe ancora più in gioco per trovare nuove soluzioni: sono così nate iniziative in ambito parrocchiale per la raccolta di alimenti, convenzioni con supermercati per prodotti mal confezionati o in fase di scadenza e, in diversi casi, più realtà si sono coordinate tra loro e hanno condiviso gli alimenti raccolti. Nel 2015 si ha intenzione di aprire un vero e proprio Emporio coordinato dalle varie associazioni, dove le famiglie in disagio economico possano acquistare gli alimenti che desiderano, attraverso una tessera punti che verrà consegnata loro previo colloquio di accertamento. In tal modo si andrà progressivamente eliminando la distribuzione dei pacchi viveri (non sempre soddisfacenti per le diverse esigenze degli utenti), al fine di favorire l’autonomia nella scelta dei prodotti e delle quantità in base al numero dei componenti di ciascun nucleo familiare.

 

Per quanto la crisi economica abbia apportato notevoli situazioni di disagio a innumerevoli persone, ha comunque anche favorito la solidarietà, la collaborazione e la vicinanza tra tutti i soggetti del territorio. È stata occasione di riflessione, di crescita e di rinnovamento delle azioni che si erano un po’ fossilizzate nell’abitudine. Ora resta da sperare che, dagli sbagli appresi, si possa intraprendere un nuovo cammino e che davvero la crisi abbia fine, che possa offrire nuove prospettive: ai giovani, alle famiglie, agli anziani, agli immigrati e ai disoccupati.

 

Isabella Mancino

Resp. Osservatorio delle povertà e delle risorse

Caritas diocesana di Rimini