Centro di Solidarietà

Il Centro di Solidarietà (CDS) è un’associazione di volontariato costituitasi a Rimini nel 1985. Nasce da un gruppo di amici che hanno iniziato ad aiutare persone che cercavano lavoro, mettendo in gioco le loro esperienze ed i loro rapporti per facilitarli nella ricerca. Compito primario è favorire l’occupazione aiutando le persone a porsi in modo efficace nella ricerca del lavoro. Le attività del Centro sono diverse: colloqui di conoscenza, aiuto alla compilazione del curriculum, orientamento, segnalazione di opportunità di lavoro, preparazione all’eventuale colloquio di selezione. Le mansioni attribuite ai volontari corrispondono con quelle che quotidianamente svolgono nella loro vita lavorativa: i colloqui sono effettuati da dirigenti o ex dirigenti di azienda, imprenditori, operatori commerciali, addetti all’ufficio personale, mentre le pratiche di supporto amministrativo sono svolte da volontari che padroneggiano quotidianamente tali competenze.

Grazie al rapporto con le realtà aziendali del proprio territorio ed alle strutture pubbliche, il Centro è in grado di raccogliere opportunità lavorative aggiornate cui indirizzare le persone in cerca di occupazione.

Nel corso dell’anno 2014 le persone accolte dal Centro sono state 370, di queste 156 erano donne e 214 uomini. Nel 2013 le persone accolte erano 324 di cui 165 donne e 159 uomini, mentre nel 2012 furono 411 persone di cui 210 donne e 201 uomini. Si tratta principalmente di italiani. Gli utenti stranieri accolti sono principalmente nord-africani ed est-europei. La fascia d’età più numerosa tra le persone che incontriamo è quella tra i 40 e 50 anni.

Persone accolte nel periodo 2012 – 2014

n
2012 411
2013 322
2014 370

Persone accolte nel periodo 2012 – 2014
per Sesso e Fascia di età

2014 2013 2012
Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne
Fino a 30 anni 55 42 39 36 38 54
Da 30 a 40 anni 47 35 36 41 46 57
Da 40 a 50 anni 59 45 42 56 49 72
Oltre 50 anni 53 34 42 30 52 43
Totale 214 156 159 163 185 226

Gran parte delle persone che si sono rivolte ai nostri sportelli hanno perso il lavoro a causa della crisi: riduzione del personale o licenziamento per chiusura attività. Numerose anche le persone che non si sono viste riconfermare gli incarichi a tempo determinato per lo stesso motivo. Tantissime donne, anche non giovani, che per la prima volta si affacciano al mondo del lavoro a causa della perdita del lavoro del capofamiglia o di altri componenti famigliari.

Gli under 25 erano quasi tutti alle loro prime esperienze di lavoro. Sopra i 25 anni l’85% delle persone incontrate provenivano da esperienze di lavoro dipendente, mentre il restante 15% erano persone con piccole attività in proprio o donne non giovani che si affacciavano per la prima volta al mondo del lavoro.

I settori dell’industria da cui sono fuoriusciti sono diversi, principalmente tessile, commerciale ed edilizio e affini quali:infissi, idraulica, elettricisti, rivendite di sanitari per l’edilizia. In aumento gli artigiani che si sono rivolti ai nostri sportelli.

In aumento coloro che hanno terminato la cassa integrazione e la mobilità e sono quindi prive di ammortizzatori sociali.

Le persone che provengono da esperienze di lavoro con professionalità medio-alta (operai specializzati o impiegati di medio-alto livello) cercano, tendenzialmente, di reinserirsi nello stesso settore/mansione, chi invece possiede un professionalità generica sin da subito si offre per le più diverse mansioni. Quando i tempi di disoccupazione si prolungano anche i profili più alti danno disponibilità per impieghi di più bassa professionalità. Riscontriamo in generale una alta disponibilità ad adattarsi. Da parte di quasi tutti gli utenti c’è una grande disponibilità ad aggiornarsi o riqualificarsi e un grande interesse a frequentare corsi di formazione e tirocini (specie da chi esce in settori fermi a causa della crisi).

L’85% delle persone incontrate hanno famiglie di cui doversi occupare con figli a carico, sia minorenni che maggiorenni ancora in età da studio o disoccupati. In aumento le famiglie di genitori separati e divorziati spesso con grossi problemi legati all’abitazione, (sfratto o necessità di rate d’affitto più basse). In alcuni casi donne sole con figli a carico fanno fatica ad accettare proposte di lavoro perché non hanno dove lasciare i figli piccoli e si vedono costrette ad accettare solo piccoli lavori domestici presso famiglie e privati. Molte di queste donne sono seguite dagli sportelli sociali e sempre più nuclei vengono indirizzati verso associazioni assistenziali (Caritas e Banco alimentare).

Nell’anno 2014 sono state raccolte 138 richieste di lavoro da aziende, nel 2013 le richieste di lavoro sono state 111 e nel 2012 sono state 140. Sono state inviate a colloquio 465 persone nel 2014, 425 nel 2013 e 223 nel 2012. Gli assunti sono stati 54 nel 2014, 52 nel 2013 e 55 Nel 2012.

Sono in aumento i casi di lavoro “in nero” e i casi di assunzioni di lavoro “atipiche” (contratti a chiamata che sostituiscono contratti a tempo determinato o stagionale).

Le persone incontrate sempre più spesso provengono da lunghi periodi di inattività, sono molto scoraggiate e nutrono poche speranze di potersi ricollocare a breve; sono infragilite e molto spesso corrono il rischio di non riuscire a superare il colloquio perché tendono a mettere in evidenza il bisogno e la fatica piuttosto che le proprie competenze e conoscenze.

Abbiamo riscontrato nell’ultimo periodo una maggiore capacità ad attivarsi autonomamente nella ricerca del lavoro a differenza degli anni precedenti in cui le persone disoccupate tendevano ad appoggiarsi agli enti preposti nella ricerca di una occupazione (CPI, agenzie interinali o associazioni), resta comunque alto il numero dell’utenza che fatica ad attivarsi in autonomia.

I nostri interventi sono sempre più finalizzati a motivare le persone affinché si attivino autonomamente nella ricerca dando loro indicazioni e strumenti che le rendano gradualmente più autonome, insegniamo loro a descriversi e descrivere la loro attività, le aiutiamo nella redazione o correzione dei curriculum, a capire come le loro abilità possano essere rivalutabili in settori diversi. Spieghiamo come presentarsi ad un colloquio di lavoro e come sostenerlo evidenziando anche le eventuali agevolazioni contributive per coloro che appartengono alle categorie protette, che godono di sgravi contributivi o che possono accedere al Fondo per il Lavoro attivato dalla Diocesi e ai vari progetti esistenti sul territorio.