La Capanna di Betlemme

La Capanna di Betlemme è una realtà di accoglienza per senza dimora attiva nel territorio riminese dal 1987. Nel tempo la struttura si è modificata ed ampliata nel tentativo di dare una risposta sempre più ampia ed efficace alle richieste ed esigenze delle persone incontrate in strada. Nel corso degli anni più volte è cambiata la sede, si è passati dalla sola accoglienza serale alla possibilità di accoglienza anche residenziale, si sono aggiunte nuove realtà come la pronta accoglienza femminile ed il progetto di accoglienza a medio e lungo termine.

Diversificate e molteplici sono state anche le forme di collaborazione con il Comune e le altre organizzazioni operanti nel campo della povertà estreme. Non ultimo è stato il progetto “Emergenza freddo” attivato da metà dicembre 2013 a marzo 2014 in collaborazione con la Caritas diocesana ed il Comune di Rimini. Per i tre/quattro mesi invernali sono state accolte 18 persone stanziali, da anni sul territorio riminese, dando loro la possibilità di far fronte ai disagi ed ai rischi causati dagli agenti climatici.

Nonostante i cambiamenti susseguitisi nei vari anni lo spirito è rimasto lo stesso: rispondere non solo ai bisogni primari ma intraprendere con la persona un percorso di reinserimento sociale. Ciò che si cerca di creare è un contesto di vita in cui la presa a carico della persona sia globale.

Cosa facciamo alla Capanna di Betlemme

Incontriamo chi vive in strada. Tutte le sere, 365 giorni all’anno, alle 19.00, il pulmino bianco arriva alla stazione dei treni di Rimini e si fa “il giro”. Qui incontriamo le persone che chiedono di essere accolte: aspettano davanti alla stazione, vicino ai binari o in sala d’attesa. Ci si ferma in stazione circa un’ora e dopo diversi colloqui si accompagnano le persone alla Capanna. Tutti possono accedere alla Capanna; l’unica regola che viene posta è quella di non aver consumato alcool o essere sotto l’effetto di droghe.

Le persone accedono alla casa anche attraverso altri canali: spesso telefonicamente ci contattano la polizia, la questura, l’ospedale o gli stessi cittadini di Rimini. Collaboriamo con le altre strutture presenti sul territorio: la Caritas, la Mensa di Santo Spirito e le altre strutture dell’Ass. Papa Giovanni XXIII presenti a Rimini e nelle varie zone d’Italia.

Unità di strada: Oltre al momento di accoglienza serale, operatori e volontari della Capanna di Betlemme 1 o 2 sere a settimana effettuano un’uscita nelle zona di Rimini e provincia al fine di conoscere ed esplorare i luoghi dell’emarginazione e del disagio. Lo scopo dell’unità di strada è quella di conoscere e creare una relazione con tutti coloro che per diversi motivi sfuggono dai circuiti dell’accoglienza e vivono in sistemazioni di fortuna. Si tenta non solo di offrire beni di primissima necessità, ma di creare una relazione continuativa che possa portare ad un intervento di reinserimento sociale.

Nel progetto della Capanna sono presenti diverse realtà:

Struttura di prima accoglienza

La Capanna di Betlemme vera e propria, in cui si fanno accoglienze nuove ogni sera, 365 giorni all’anno. Qui vivono 3/4 volontari e vengono accolte ogni sera circa 20 persone direttamente dalla stazione.

Accanto a questa vi è la pronta accoglienza femminile nella quale quest’anno hanno vissuto 2/3 volontarie insieme a 6/8 donne; qui, a parte in casi veramente eccezionali, le accoglienze sono brevi e cambiano praticamente ogni sera.

Accoglienza a lungo termine

- La “famiglia” della Capanna. In questa struttura vivono persone che non hanno possibilità di un reinserimento, perchè non hanno famiglia o una rete di sostegno e hanno bisogno di trovare un luogo stabile e dei riferimenti chiari e continuativi.

- Gli “appartamenti” della Capanna. Per alcune persone accolte alla Capanna è impossibile pensare ad un reinserimento in tempi brevi (3-4 mesi) all’esterno. I motivi sono molteplici: una salute molto precaria, l’età avanzata, evidenti disturbi psichici e comportamentali. L’accoglienza diventa più lunga (dai 6 mesi ai due anni, al tempo indeterminato) e richiede una presa in carico più complessa e strutturata. L’ambiente garantisce una maggiore stabilità e un clima familiare nelle relazioni, negli spazi condivisi e nella routine della quotidianità. In questa struttura vivono circa 3/4 volontari e circa 8/9 accolti.

Centro delle attività diurne

È l’ambito educativo diurno del progetto.

L’obiettivo è realizzare una realtà stimolante e dinamica rispetto al lavoro, ma protettiva e accogliente nelle relazioni, un ambiente nel quale sia possibile trovare una ricca rete relazionale, un’assistenza psico-educativa e un rapporto flessibile tra le regole e l’autonomia personale: le condizioni terapeutiche per riacquistare autostima, fiducia e l’identità perduta nell’emarginazione della strada. In concreto il Centro ha una struttura simile all’ambiente di lavoro, ma vi si svolgono diverse tra loro, da ricreative a occupazionali.

Albergo Sociale

La struttura, aperta tutto l’anno, ospita gruppi, parrocchie, movimenti, famiglie, case famiglia e associazioni per ritiri, incontri, vacanze e campi di condivisione dell’Ass. Com. Papa Giovanni XXIII e non solo.

Da più di un anno è iniziata una collaborazione col Comune di Rimini per l’accoglienza di nuclei familiari in situazione di disagio abitativo residenti nel comune di Rimini e inviati direttamente dal Comune.

La maggior parte di queste famiglie hanno avuto problemi abitativi, lavorativi, psicologici e sanitari.

Durante il loro soggiorno, viene valorizzato lo stare insieme per quanto possibile e sono accompagnate logisticamente e moralmente dalla figura di un tutor.

Sempre più nuclei familiari, composti anche da persone singole, si imbattono in un disagio di tipo abitativo.

Le famiglie in situazione di povertà e di disagio abitativo ospitate nel 2014 dall’albergo sociale sono state 17 (11 italiane e 6 straniere) per un totale di 32 persone (21 adulti e 11 minori).

Le nazionalità di provenienza dei nuclei stranieri sono: Ucraina, Marocco,Perù, Tunisia e Senegal.

In seguito al protrarsi della crisi economica e dei numerosi conflitti che anche quest’anno hanno colpito Paesi a noi vicini, il numero delle persone in strada anche nel 2014 è aumentato in linea con l’andamento degli ultimi quattro anni. Nel 2014 il numero delle persone accolte è aumentato dell’8% in confronto all’anno precedente e ben del 59% rispetto al 2010.

Le diverse persone accolte sono state 986, di cui, 157 donne e 829 uomini per un totale di 17.532 accoglienze nell’arco dell’anno.

Persone accolte per mese

Mese 2014 2013 2012 2011
Gennaio 91 91 92 97
Febbraio 57 57 76 80
Marzo 86 86 102 109
Aprile 107 107 71 80
Maggio 110 110 72 80
Giugno 86 86 56 72
Luglio 88 88 77 41
Agosto 80 80 61 51
Settembre 63 63 71 53
Ottobre 74 74 67 59
Novembre 75 75 48 48
Dicembre 69 69 58 48
Totale persone accolte 986 1.076 851 818
Totale accoglienze 17.532

Donne accolte per mese

mese donne notti donne notti donne notti
Gennaio 23 186 12 216 10 217
Febbraio 9 83 17 225 8 209
Marzo 10 168 13 241 21 249
Aprile 18 174 11 256 12 245
Maggio 23 177 15 216 7 249
Giugno 16 139 16 241 11 183
Luglio 11 151 18 201 16 203
Agosto 6 141 12 235 5 205
Settembre 9 137 11 213 10 232
Ottobre 17 159 12 201 17 199
Novembre 9 137 11 221 8 235
Dicembre 6 137 13 209 13 201
Totale* 157 1.789 161 2.675 138 2627

* Il totale delle donne corrisponde al numero effettivo di quelle incontrate nell’anno, quindi chi, nel corso dell’anno, è tornata più volte è stata contata una volta sola.

Classi d’età

Classe d’età 2014 2013 2012 2011 2010
da 18 a 25 10% 14% 9% 8% 7%
da 26 a 35 25% 31% 36% 36% 34%
da 36 a 45 26% 32% 32% 31% 30%
da 46 a 55 26% 18% 16% 17% 19%
da 56 a 67 14% 5% 7% 8% 10%
Età media 41 35 38 36 39

L’età media delle persone incontrate è di circa 41 anni, in crescita rispetto agli anni precedenti. In particolare si rileva un sensibile aumento delle persone appartenenti alle fasce over 45.

Nazionalità

Nazione %
Italia 32,0
Romania 21,0
Marocco 12,0
Tunisia 7,0
Albania 3,0
Bulgaria 2,5
Pakistan 2,0
Polonia 1,8
Somalia 1,8
Ucraina 1,5
Senegal 1,4
Algeria 1,0
Mali 1,0
Egitto 1,0
Serbia 1,0
Altri 10,0

Le persone accolte provengono da 58 paesi differenti con una maggioranza di italiani (32%), rumeni (21%) e marocchini (12%).

Nell’andamento annuale delle accoglienze si riscontra un aumento nei mesi di aprile e maggio, dovuto sia all’arrivo dalle varie zone d’Italia di persone in ricerca di occupazione per la stagione estiva, sia alla chiusura dei “Piani Freddo” nelle varie città e comuni. Le difficoltà lavorative riguardano la maggior parte delle persone incontrate; l’assenza di lavoro è una delle principali cause che hanno portato alla vita in strada. Chi svolge occasionalmente dei lavori generalmente trova impiego come carpentiere, manovale o imbianchino tra gli uomini, mentre le donne ricoprono il ruolo di collaboratrici domestiche, badanti o braccianti agricole. La possibilità di trovare un’occupazione stagionale è sempre più ambita ed attira negli ultimi anni un numero crescente di uomini e donne nelle zone della Riviera romagnola.

Accoglienze a confronto negli ultimi tre anni – persone

Accoglienze a confronto negli ultimi tre anni – notti

Insieme alla difficile situazione del mercato economico anche l’assenza dei legami famigliari sembra essere un altro fattore significativo nella popolazione delle persone senza dimora. Proprio tra gli italiani è cresciuta negli ultimi anni la percentuale di padri separati in strada. Le persone senza dimora sono per lo più persone senza famiglia, solo il 3% delle donne incontrate in quest’anno risulta sposata. Tra gli uomini risultano sposati maggiormente gli stranieri, diversi dei quali hanno lasciato la famiglia nel paese d’origine

La Capanna di Betlemme è una struttura di accoglienza per adulti non idonea per accogliere minori, tuttavia nel 2014 sono state 3 le famiglie con minori incontrate. Queste sono state indirizzati ai servizi competenti ed a strutture di accoglienza specifici. I nuclei famigliari ospiti dell’albergo sociale vengono invece inviati dal Comune di Rimini e dai Servizi competenti e non incontrati direttamente nei luoghi del disagio.